Introduzione. Il processo di co-generazione della conoscenza ha un intento emancipatore e si ispira alla trasformazione delle situazioni di disuguaglianza e ingiustizia sociale, rendendo visibili soggettività, ferite, silenzi ed omissioni. La densità, la multi determinazione del campo sociale e l’aspirazione a contribuire al cambiamento delle pratiche, si traducono nelle domande teoriche e metodologiche che guidano la ricerca. In questa dimensione interrogativa, la conoscenza prodotta attraverso la condivisione delle esperienze di vita permette trasformare la soggettività e il comportamento di donne e uomini nella vita quotidiana, sia nella sfera intima e familiare, che nello spazio pubblico. In questo senso la ricerca sociale puó essere considerata strumento di trasformazione, nel rendere visibile, analizzare e problematizzare una data situazione e in quello stesso processo costruire una nuova conoscenza che spieghi la realtà circostante. Le lotte contro la monocultura del sapere, contro il colonialismo o contro il patriarcato, hanno un impatto sulla formazione di diversi ideali che modificano i comportamenti, tracciando quelle logiche degli scambi materiali e simbolici che solidificano le rappresentazioni e delineano i modelli di riconoscimento e partecipazione.
Metodologia. Il lavoro qui presentato riporta una ricerca azione partecipativa realizzata in un quartiere della città di Valencia, Spagna. Uno degli obiettivi è stato quello di generare uno scambio costruttivo, la formazione di uno spazio dove riconcettualizzare la relazione tra gruppi, tra individualità e comunità, strutturando una scienza in azione con l’obiettivo di interrogarsi sulla possibilità di cambiare la realtà sociale a partire da sé stesse. Lo studio è stato strutturato come un percorso progressivo a carattere emergente, che ha permesso la definizione di categorie e unità di analisi grazie al flusso continuo di informazioni che si incorporano. Il processo di identificazione e riflessione sul contesto di vita è stato documentato attraverso l’analisi delle informazioni raccolte con una serie di strumenti: osservazione partecipante, interviste, photovoice, focus group e storie di vita. Gli strumenti di ricerca sono adattati alle reali esigenze della base sociale e si convertono in possibilità di coscientizzazione e formazione. Nel lavoro sul campo, il primo passo per la ricercatrice è stato quello di conoscere il contesto e riconoscersi in esso, in un processo dialettico che permettere riflettere sulla propria presenza come una forma di intrusione. Il carattere delle interazioni determinerà i tipi di scambi possibili in cui le emozioni diventeranno parte dello stesso atto cognitivo.
Risultati. Durante il processo di ricerca, le partecipanti riflettono sulle connessioni e le pratiche egemoniche che determinano la condizione sociale esistente e riescono ad articolare richieste di giustizia sociale in termini di redistribuzione, riconoscimento e rappresentazione. Si promuove uno spazio comunicativo aperto alla discussione in cui si rafforzano le espressioni dei diversi punti di vista.
Conclusioni. In questo contributo si analizzeranno i limiti di questa ricerca e il reale impatto sulla realtà locale, ma anche la possibilità generata di riconsiderare le relazioni tra le comunità grazie a quelle iniziative nate dai territori, dalle istituzioni educative, da luoghi diversi e con la partecipazione di individui e collettivi interessati alla trasformazione sociale.
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Esther Gamero Sandemetrio
Comentó el 20/05/2021 a las 10:26:16
Ciao molto interessante lo studio. la mia domanda si basa su: è possibile attuare un piano d'azione in consiglio comunale per affrontare i conflitti nei diversi quartieri? E come?
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Donatella Donato
Comentó el 20/05/2021 a las 10:38:20
Ciao Esther,
grazie mille per il tuo commento.
Cerco di rispondere alla tua interessante domanda. Negli anni della elaborazione del PEPRI, il piano di smantellamento di parte del quartiere, lo stesso consiglio comunale ha utilizzato il conflitto generatosi ne El Cabanyal per promuovere la propria idea di rigenerazione. In definitiva per portare avanti il progetto di sventramento urbanistico. Con il cambio dell'amminisrazione, nel maggio del 2015, si è cercato di prestare una maggiore attenzione alle questioni sociali e di segregazione, ma sempre, secondo il nostro punto di vista, in un ottica di assistenzialismo e soprattutto considerando il gruppo minoritario come gruppo da integrare nella società, regole e codici di comportamento del gruppo maggioritario. La nostra ricerca è una proposta per rilanciare la copartecipazione come strumeto di superamento della segregazione, e la conoscenza reciproca come opportunità per una responsabilità condivisa nella gestione del bene comune, cioè la vita in comune nel quartiere. La idea di presentare i risultati della ricerca nelle varie e svariate occasioni, è legata alla possibilità di iniziare un dibattito anche a livello di gestione politica locale sul conflitto e le possibili soluzioni.
Grazie mille e saluti.
Donatella Donato
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