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ARTE, POLITICA ED INCLUSIONE: IL CASO DELL'ARTIVISTA CRISTINA DONATI MEYER

Il rapporto tra arte e politica è sempre stato molto stretto e controverso. Nel corso dei secoli, l’arte è stata vista da alcuni governi come uno strumento di propaganda, mentre in altre occasioni è stata percepita come elemento sovversivo da combattere e tacitare.

La presente ricerca intende indagare il rapporto tra arte e politica nello scenario contemporaneo italiano in relazione alle tematiche di inclusione e ed integrazione.

In particolar modo, l’indagine intende focalizzarsi sulla produzione dell’artista italiana Cristina Donati Meyer, che utilizza come principale strumento artistico la pittura murale. La pittrice ha scelto di raccontare le vicende politiche italiane mostrando i protagonisti come delle coppie: le alleanze tra partiti politici sono state quindi raffigurate con baci appassionati tra i rispettivi leader. Questa raffigurazione ha destato grande clamore in quanto, in molti casi, i rappresentanti dei vari partiti sono dello stesso sesso, di conseguenza Meyer li ha raffigurati intenti in baci omosessuali.

È evidente come l’opera dell’artista si ispiri alla celebre foto, scattata il 5 ottobre 1979 dal fotogiornalista Régis Bossu, del «simbolico bacio fraterno socialista», un’immagine divenuta icona del novecento in cui sono raffigurati l’allora leader dell’Unione Sovietica Leonid Brezhnev e il Presidente della Germania dell’Est Erich Honecker. Già nel 1990 la foto di Bossu era stata fonte di ispirazione per l’artista russo Dmitri Vrubel che aveva deciso di raffigurare lo stesso soggetto nel murale “My God, Help Me to Survive This Deadly Love”, che ancora oggi risulta essere uno dei tratti del Muro di Berlino di maggior impatto visivo ed emozionale.

Procedendo da tali ispirazioni, Meyer non solo utilizza l’arte come strumento di critica al sistema politico, ma soprattutto come mezzo per sensibilizzare fortemente la cittadinanza e la politica stessa di fronte ai temi dell’inclusione e della discriminazione legata all’orientamento sessuale.

La ricerca intende analizzare anche le reazioni del mondo politico: il bacio omosessuale, infatti, è stato percepito da numerosi esponenti come un gesto offensivo ed è proprio su questa tematica che punta Meyer. L’arte di Meyer vuole normalizzare le manifestazioni d’amore omosessuale con l’obiettivo di sensibilizzare i politici e i cittadini sulla tematica e di lottare contro la discriminazione.

L’opera di Meyer viene quindi letta nel più ampio contesto dell’artivismo, detto anche attivismo creativo, ovvero quel movimento artistico che si pone l’obiettivo di coniugare la sperimentazione artistica con l’attivismo politico. Del resto, il rapporto tra arte e politica è molto più complesso da comprendere rispetto all’apparente semplicità con cui viene spesso affrontato. Non solo slogan, ma uno spaccato di riflessioni che potrebbero produrre risultati talmente contrastanti e diversi da complicare ulteriormente il quadro d’insieme.

Palabras clave

Arte Artivismo Cristina Donati Meyer Inclusione Política

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      Julia Mañero

      Comentó el 21/05/2021 a las 17:42:11

      Grazie mille per aver condiviso il lavoro di questo artista che non conoscevo. Sono d'accordo con la sua argomentazione che l'arte e la politica sono inseparabili e si alimentano a vicenda. Senza dubbio, la trasformazione sociale è una delle grandi potenzialità della pratica artistica e questo, senza dubbio, un atto politico. Come curiosità, vorrei sapere quale, secondo lei, è l'opera più controversa dell'artista e perché.

      Cordiali saluti

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        Jessica Camargo Molano

        Comentó el 24/05/2021 a las 17:50:17

        Grazie per il commento e per la domanda molto interessante in quanto mi permette di esplorare un’altra opera di questa artista.
        Ritengo che l'opera più controversa di Cristina Donati Meyer sia "Censimenti", realizzata nel giugno 2018 dopo la proposta da parte del Ministro degli Interni Matteo Salvini realizzare un censimento su base etnica della popolazione italiana. L'artista ha realizzato un'opera in cui affigura due bambini ebrei in un campo di sterminio che mostrano i numeri sulle braccia facendo un parallelo tra la proposta di censimento presentata in Italia oggi e il censimento della popolazione ebraica avvenuto durante il fascismo.
        L’artista ha deciso di collocare l’opera sui cancelli della sede del partito di cui Matteo Salvini è Presindente, la Lega. Durante l’affisione i Carabinieri sono giunti sul posto ed hanno impedito a Cristina Donati Meyer di esporre l’opera.
        Cordiali saluti.

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